VIA DAL NIDO

di Richard Bach

Rizzoli

 

"Quando non funziona, viene sempre fuori il Principio delle Coincidenze. "Ah, il principio delle coincidenze" senza entusiasmi.

"Diciamo che tu abbia scelto alcuni cambiamenti che affermano la vita nel tuo immediato mondo delle Apparenze. Tu decidi che i cambiamenti saranno manifesti."

Fece segno di sì.

"Dichiari che la Vita è, sapendo che è vero, e poi t'impegni a più non posso per trasformare quello che vuoi."

Altro assenso.

"E non cambia niente" dissi.

"Stavo per chiedertelo."

"Ecco cosa dovrai fare: continua a lavorare, e sta’ attento che arrivi una coincidenza. Sta’ molto attento, perché‚ è sempre ben camuffata."

Ancora un assenso.

"E tu sta’ dietro a quella coincidenza!"

Dickie restò immobile. "Un esempio sarebbe d'aiuto" disse.

Un esempio. "Dobbiamo passare attraverso questo muro di mattoni, perché‚ ci chiude in un'apparenza di vita che noi abbiamo scelto di cambiare."

Annuì.

"Lavoriamo come matti per cambiarlo, ma il nostro muro resta di mattoni, anzi se possibile diventa ancora  più duro. Noi abbiamo controllato: non c’è una porta segreta, né una scala o una pala per scavare un sottopassaggio... solidi mattoni."

Concordò. "mattoni solidi."

"Allora sta’ zitto e ascolta. Senti quel soffocato ciuf-ciuf alle nostre spalle? E’ il guidatore di quel bulldozer non ha forse lasciato il motore acceso durante l'intervallo di colazione e la macchina è scivolata in doppia ridotta? E, per coincidenza, il bulldozer non si sta muovendo con un rumore sordo verso il nostro muro?"

"Devo forse fidarmi della coincidenza?"

"Ricorda che non siamo nel mondo della realtà, ma sul terreno di gioco delle apparenze, sul quale cerchiamo di sconfiggere i sembra con la nostra conoscenza dell'è. Il Principio della Coincidenza è uno strumento di potere che ci promette, su questo terreno, di portarci dall'altra parte del nostro muro."

"Che cosa ha mai fatto per te il principio di coincidenza?"

"Cosa non ha fatto, vuoi dire? Ogni importante circostanza della mia vita è incentrata su qualche coincidenza."

"Oh oh..." ironizzò lui. "Dimmene una."

(...) "Volare era un muro di mattoni" dissi. "Quando volevo imparare, non succedeva nulla. Non c'erano soldi per le lezioni di volo, non amici che avessero un aereo, non improvvise madrine fatate, non regali della famiglia. Papà odiava gli aerei. Io terminai la scuola superiore e mi iscrissi al College. Seguivo corsi di chimica e geometria analitica e composizione e ittiologia e - quello che mutò la mia vita - uno di tiro con l'arco."

"Con le frecce?"

"Eravamo obbligati a seguire un corso di educazione fisica. Il tiro con l'arco rappresentava una scappatoia piuttosto facile."

Ne conveniva.

"Eravamo una ventina al corso, era un lunedì mattina e ci trovavamo schierati fianco a fianco all'aperto. Accanto a me per coincidenza c'era uno studente dell'ultimo anno, che aveva bisogno degli ultimi crediti (punto che porta alla laurea) per il diploma. Eravamo tutti e due intenti a tirar frecce ai nostri bersagli piazzati sulle balle di fieno quando, per coincidenza, un aeroplanino da turismo ci passò sulle teste, diretto all'Aeroporto Municipale di Long Beach. Invece di scoccare la freccia, Bob Keech mollò l'arco e guardò l'aereo in alto. Uno sguardo, e mi cambiò la vita."

"Guardando in su?"

"Nessuno a Long Beach guarda gli aerei, che sulla città sono comuni come i passeri sui tetti. Questo tizio, pensai, se ha alzato la testa per guardare un aereo, deve essere in qualche modo interessato. Destino fulminante, parlai prima di pensare che non poteva essere così: "Bob? Scommetto che fai l'istruttore di volo e cerchi qualcuno che ti lavi e accudisca l'aereo e se fa questo per te, in cambio tu gli insegni a volare".

"E lui disse sì" azzardò Dickie.

"No. Lui sembrò sorpreso e disse: "Come lo sai?""

"Ma va" ribatté Dickie, incredulo. "Come poteva essere? Non c'era nessun motivo perché‚ accadesse una cosa del genere."

"Un motivo c'era, eh sì! Bob Keech aveva appena ottenuto il patentino come istruttore provvisorio di volo, e doveva avere cinque allievi prima di poter diventare un vero istruttore permanente. Ecco il motivo."

"Ma tu come sapevi che lui aveva bisogno di qualcuno a cui dare lezioni di volo?"

"Intuizione? Speranza? Fortuna, pensai allora. In sei mesi, Bob Keech m’insegnò a volare. Io scappai da scuola per entrare in Aeronautica e il resto della mia vita è passato in angolazione verso il cielo. Il Principio di Coincidenza aveva organizzato il mio destino, ma io non seppi della sua esistenza se non vent'anni dopo."

"Come funziona?"

"I simili si attraggono. Non finirà mai di sorprenderti. Scegli qualcosa che ti piace e dedicati a farlo concretizzare, e in qualche modo qualcosa avverrà, qualcosa che tu non potevi programmare arriverà per far incontrare i simili, per scatenarti, per farti avviare sulla strada del prossimo muro di mattoni."

"Il mio prossimo muro! Prossimo muro?"

"Non è così difficile come sembra. Non dobbiamo faticare per metterci nella peggiore situazione che riusciamo a immaginare... ogni volta che noi dimentichiamo la nostra magia, accade da sé. Ma il divertente non è mettersi nei guai, ma uscirne. Il gioco consiste nel ricordare chi si è, e nell'usare i propri strumenti di potere. Come possiamo imparare se non facciamo pratica?"

Era dubbioso. "Non so..."

Vuole forse un futuro senza guai? pensai. Perché‚ scegliere lo spazio-tempo se non vuole guai? "Esperimento col pensiero" dissi. "Immagina che nel tuo mondo non ci sia nulla che tu vorresti cambiare. Non potrebbe in assoluto essere migliore di quanto non sia già..."

Rifletté‚ un attimo. "Hurrah!" esclamò. "sembra favoloso! ?

"Okay" aggiunsi io. "Ora resta in quel mondo un mese. Due mesi? Un anno? Due anni? Tre? Come ti ci senti?"

"Vorrei imparare qualcosa di nuovo. Voglio fare qualcosa di diverso."

"Ed ecco che hai la ragione per il mondo delle apparenze."

"Ci piace imparare cose nuove?"

"Ci piace ricordare quel che già sappiamo. Quando ascolti la tua musica preferita, o ti guardi più volte un buon film o ti rileggi un racconto che ti va a genio, sai già come sarà, vero? Sai come andrà a finire. Il piacere deriva dal riviverlo ancora, tutte le volte che vuoi. E’ lo stesso con i nostri poteri. Prima ricordiamo a stento, e, timidamente, proviamo la Scelta; il Principio di Coincidenza; Tutto Quello che Abbiamo nel Pensiero si Avvera nella Nostra Esperienza; i Simili si Attraggono; noi sperimentiamo con la Legge delle Apparenze che Cambiano, per far sì che il nostro mondo esteriore rifletta quello interiore."

"Che paura."

"E quando cambia una volta, e tre, e dieci, noi diventiamo un po’ più audaci ed ecco che gli strumenti funzionano! Con la pratica, noi abbiamo completa fiducia in loro, ci siamo ricordati di tutto quello che hanno da mostrarci, noi possiamo cambiare apparenze quanto vogliamo e proseguiamo verso nuove avventure, con leggi diverse."

"Dimmi di altri strumenti."

"Quanti te ne servono? I nostri cuori sono colmi di leggi cosmiche. Imparane alcune, diventa abile a usarle, non c’è nulla che potrà frapporsi tra te e la persona che vorrai essere."

"Ma è proprio per questo che ti sto parlando! Non so chi voglio diventare!"

Allora la fronte mi si corrugò, nel silenzio, per un rompicapo che non potevo risolvere. "Beh, questo potrebbe esserti d'intralcio."