“Caso e necessità” , dagli Annali
Di Tacito 
Versione latino 

(Per il tramite del quotidiano: Il Messaggero. Esami di maturità del 2005)

 Sed mihi heac ec talia audienti in incerto iudicium est res mortalium et necessitate immutabili an fortevolvantur. Quippe sapientissimos veterum quique sectam eorum aemulantur diverso reperies, ac multis insitam opinionem non inizia nostri, non finem, non denique homines dis curae; ideo creberrime tristas in bonos, laeta apud deteriores esse. Contra alii fatum quidam congruere rebus putant, sed non e vagis stellis, verum apud principia et nexus naturalium causarum; ac tanem electionem vitaenobis relinquunt , quam ubi elegeris, certum imminentium ordinem. Neque mala vel bona, quae vulgus putet: multos, qui conflictari adversis videantur, beatos, at plerosque, quamquam magnas per opes, miserrimos, si illi gravem fortunam constanter tolerent, hi prospera  inconsulte utantur. Ceterum plurimis mortalium non eximitur, quin primo cuiusque ortu ventura destinentur, sed quaedam secus quam dicta sint cadere fallaciis ignara dicentium: ita corrumpi    fidem artis, cuius clara documenta et antiqua

 

 La traduzione

(a cura di Mario De Nonno)

Ma quando sento parlare di questi e di analoghi episodi, resto incerto nel giudicare se ciò che riguarda noi mortali si svolga per fato e necessità immutabile o per caso. Riscontrerai infatti che i più sapienti fra gli antichi, con le scuole che ad essi si riallacciano, hanno orientamenti diversi, e che in molti è radicata l’ opinione che gli dei non si curino né della nostra nascita né della nostra morte, né in buona sostanza degli uomini in generale;per questo assai di frequente le amarezze si abbattono sui buoni, le gioie attorniano i peggiori. Altri, al contrario, ritengono che eventi si conformino al fato: non però in dipendenza dall’ influsso dei pianeti, ma in rapporto a principi e concatenazioni di cause naturali; e tuttavia lasciano nelle nostre mani la scelta del tipo di vita, ma una volta che tale opzione sia stata fatta, la sequenza di ciò che ci aspetta è definita. I mali e i beni, poi, non sono per costoro quelli che la gente considera tali: molti che sembrano in lotta con le avversità sono felici, ma soprattutto moltissimi, ad onta delle grandi ricchezze che li circondano, sono davvero infelici, i primi a condizione che sopportino con fermezza la sorte sfavorevole, i secondi nel caso che facciano un uso sconsiderato della loro buona fortuna. Peraltro, alla maggior parte dei mortali non si toglie dalla testa che quanto accadrà a ciascuno è fissato fin dalla sua nascita, e che anzi è per le frodi di chi predice ciò che ignora che alcune cose capitano diversamente da quanto predetto: è così – dicono – che si forma la fiducia in un’arte di cui tanto l’antichità che i nostri tempi hanno fornito prove luminose.

 

 

 

 


 

 

 

 

Amata per caso

Di Stefano Zecchi

I miti Mondadori

"Aspetto una bambina, nascerà tra poche settimane. Se ha ascoltato la mia storia, che ho raccontato per lei come se riuscisse a sentirmi, sa che la proteggerò. La sua sarà una vita normale, che non cadrà, come la mia, nelle mani del destino, abbandonata ai suoi capricci e alle sue avventure.

Lei non andrà in cerca di una famiglia e non sarà amata per caso."

 

 

 

 

 


 

 

 

 

I'Ching della medicina

"Ciò nondimeno non ho ancora trovato una teoria matematica, psicologica o filosofica del tutto convincente sul meccanismo fondamentale della divinazione attraverso l’ I Ching. Il funzionamento dell’ I Ching sembra essere al di là della comprensione razionale. Basti dire che il suo impiego come strumento divinatorio è basato sui concetti di sincronicità e di ciò che in lingua cinese viene detto ying, ossia ‘risonanza’. Chi utilizza l’ I Ching come guida e strumento di previsione riconosce che nell’ universo fenomenico ogni cosa fa parte di un tutto e che due eventi simultanei sono la manifestazione di un’ unica zeitgeist o struttura che in quel momento si manifesta nell’ universo. Gli eventi che accadono nello stesso momento sono sì coincidenti, ma non in modo casuale o accidentale."  

 

 

 

 


 

 

 

 

Lettera sulla felicità

Di Epicuro
Stampa alternativa

(Per il tramite di Manuela Margutta)

Questo genere d’ uomo sa anche che è vana opinione crede il fato padrone di tutto, come fanno alcuni, perché le cose accadono  per necessità o per arbitrio della fortuna, o per arbitrio nostro. La necessità è irresponsabile, la fortuna instabile, invece il nostro arbitrio è libero, per questo può meritarsi biasimo o lode.

Piuttosto che essere schiavi del destino dei fisici, era meglio allora credere ai racconti degli dei, che almeno offrono la speranza di placarli con le preghiere, invece dell’ atroce, inflessibile necessità.

La fortuna per il saggio non è una divinità come per la massa – la divinità non fa nulla a caso – e neppure qualcosa priva di consistenza. Non credere che essa dia agli uomini alcun bene o male determinante per la vita felice, ma sa che può offrire grandi beni o mali. Però è meglio essere senza fortuna ma saggi che fortunati e stolti, e nella pratica è preferibile che un bel progetto non vada in porto piuttosto che abbia successo un progetto dissennato. Medita giorno e notte tutte queste cose e altre congeneri, con te stesso e con chi ti è simile, e mai sarai preda dell’ ansia. Vivrai invece come un dio fra gli uomini. Non sembra più nemmeno mortale l’ uomo che vive fra beni mortali.

 

 

 

 

 


 

 

 

 

"Le coincidenze per realizzare in modo spontaneo i desideri"

di Deepak Chopra
Sperling & Kupfer Editori

(Per il tramite di Laura Ranucci)

(Pag. 2-3 dell'Introduzione)

(...) Da oltre un decennio sono affascinato dall'idea che le coincidenze guidano e plasmano la nostra vita. Tutti noi abbiamo vissuto eventi che possono essere considerati incredibili o misteriosi. Certo, fatti del genere possono essere definiti semplici coincidenze. Possiamo scegliere se considerarle frutto del caos che regna sovrano nel mondo o se riconoscerle invece come fatti in grado di modificare il corso della nostra esistenza. Io non credo nelle coincidenze prive di significato: ritengo invece che si tratti di messaggi. Avete mai dato ascolto alla voce interiore che risuona pacata e serena dentro di voi? Vi è mai capitato di avere una reazione viscerale nei confronti di qualcosa o qualcuno? E' qui che inizia la magia: una condizione che io chiamo sincrodestino, e che consente la spontanea realizzazione dei nostri desideri. Per accedere a questo stato particolare dobbiamo raggiungere un luogo nel profondo del nostro essere e risvegliarci alla danza complessa delle coincidenze che avvengono nel mondo fisico. Sono inoltre necessarie la comprensione della natura fondamentale delle cose, la capacità di riconoscere la fonte dell'intelligenza che crea senza sosta il nostro mondo, e l'intenzione di usufruire delle opportunità di cambiamento che ci appaiono.

 

 

 

 

 


 

 

 

 

 

Singolarità instabile e casualità

Di Joseph P. Zhilut
Ed. FrancoAngeli

(Per il tramite di Patrizia Lupo)

Probabilità e dinamica

La complessità come oggetto di interesse della scienza è una nozione relativamente recente. Prima del XX secolo, l’ interesse principale era infatti rivolto alla semplicità, mentre la complessità ne era considerata il denigrato opposto. Questa idea di semplicità ha alle spalle una lunga storia, racchiusa nell’ affermazione di un filosofo francescano del XIV secolo, Guglielmo di Occam: “pluritas non est ponenda sine necessitae” (non si deve la molteciplità a meno che non sia necessario), e tramandata semplicemente come il “rasoio di Occam”, o più prosaicamente, “mantieni al semplice”

[Thorburn W:M: (1918). The myth of Occam’s razor. Mind 217:345-533].

"Tipicamente intendiamo l’ informazione come misura di sorpresa; ad esempio, meno è probabile un messaggio, più informazione conterrà. Ad un certo livello, l’ informazione è connessa alla nozione di casualità in quanto più una cosa è regolare (ovvero meno complessa, meno casuale) e meno sorpresa contiene. Un semplice calcolo di questa entropia dimostra che il massimo della funzione si ottiene quando tutti gli stati potenzialmente raggiungibili dal sistema sono equiprobabili."(...)

"Lo sviluppo della nozione di probabilità fino al secolo scorso è in un certo senso interessante. Agli inizi del XX secolo si è verificata una curiosa evoluzione della storia della scienza. Le applicazioni della statistica ai diversi fenomeni delle scienze biologiche e sociali stavano per esplodere grazie al lavoro di personaggi come Pearson e Fisher. Su un altro fronte, il mondo della fisica stava ancora cercando di evitare l’ uso di modelli stocastici, nonostante Boltzmann e Gibbs avessero fornito sufficienti ragioni per farlo. Oggi, all’inizio del XXI secolo, lo stato delle cose è notevolmente cambiato. Le scienze fisiche sono giunte ad apprezzare i significativi progressi sui sistemi a basso numero di dimensioni che sembrano essere casuali, mentre allo stesso tempo le scienze biologiche e sociali sono sempre più interessate alle descrizioni deterministiche di quelli che appaiono come fenomeni con un’ alto grado di complessità. L’ intersezione di questi due approcci sembra costruire il fenomeno, spesso trascurato – talvolta indesiderato – del cosiddetto rumore. Nonostante spesso sia stato ridotto ad una condizione di fastidio, finalmente ha iniziato ad essere apprezzato come “ciò che non può essere spiegato”.(…)

"Come Laughlin et al. [Laughlin R.B., Pines D., Schmalian l, Stojkovic B.P., Wolynes P. (2000). The middle way. Proceedings ofthe National Aca­demy of Sciences 97: 32-37] hanno sottolineato: "Se il comportamento degli atomi e delle particelle atomiche può essere previsto con un ragionevole gra­do di accuratezza a partire dalle leggi fondamentali della meccanica quanti­stica, al contrario il comportamento delle molecole più grandi non può essere previsto, in quanto gli errori alla fine sfuggono sempre al controllo man mano che il numero di atomi aumenta, a causa delle crescenti esigenze del calcola­tore. AI tempo stesso, comunque, macro-aggregati di particelle mostrano pro­pietà sorprendenti, come la capacità di far levitare magneti quando vengono raffreddati a temperature criogeniche, che comunemente si danno per 'note' .Come può avvenire questo? La risposta è che queste proprietà in realtà sono dovute a principi collettivi organizzatori che formalmente cadono fuori dalle regole microscopiche, anche se in senso stretto sono indipendenti da esse" .Crescenti evidenze suggeriscono che c'è un costante interscambio tra scale di lunghezza microscopiche e macroscopiche, e che la casualità in biologia genera un'enorme "varietà" e innumerevoli schemi. Forse questo è il punto più importante che è emerso: come da tradizione noi abbiamo conservato la prospettiva di cercare l'ordine, e di considerare la casualità e l'instabilità elementi di disturbo; invece la prospettiva corretta potrebbe essere quella di vedere questo "disturbo" come un processo attivo che in­forma l'ordine e viceversa. La prospettiva di cui parliamo qui è quella di tentare di comprendere i sistemi biologici e quelli correlati (ad es. i sistemi personali e sociali), at­traverso un'unica prospettiva teorica, e questa unica prospettiva implica l'ammissione delle singolarità sia in ambito matematico che biologico. In questo tentativo ci riferiamo ai commenti fatti da James Clerk Maxwell ol­tre un secolo fa, quando fece notare che: "ogni esistenza oltre un certo gra­do possiede i suoi punti di singolarità, e quanti più ne ha, tanto più alto è il grado. In questi punti, influenze di una grandezza fisica talmente piccola da non essere presa in considerazione da un essere finito sono in grado di produrre effetti di notevole importanza. Tutti i grandi risultati che possono derivare dagli sforzi umani dipendono dal saper trarre vantaggio da ognu­no di questi stati singolari ogni volta che si verificano"

[Gamett C.L. (I 884). The life and times of James Clerk Maxwell, with selections from his correspondence and occasional writings. London, MacMiltan and Co.]. (…)

In queste discussioni c'è da fare un'importante distinzione tra modelli matematici e sperimentali (reali), che non necessariamente coincidono fatto di cui si rese ben conto Einstein. Questo non per dire che la matematica sia errata di per sé, ma che la matematica si basa su un suo insieme logico di assiomi, che non sempre corrispondono alla realtà. Per quanto ne so è vero: un modello matematico è un'approssimazione.

Le difficoltà insorgono quando i modelli matematici sembrano prevedere la realtà. Il problema non può essere esemplificato in modo migliore che pensando all'esperienza della concezione tolemaica della Terra al centro dell'Universo: il modello poteva facilmente prevedere i movimenti planetari. Tuttavia era sbagliato e sono passati secoli prima che fosse messo in dubbio da Copernico. In questo senso, molte idee attualmente condivise, anche se non completamente errate, soffrono di piccole imperfezioni che possono da un momento all'altro "esplodere". (…)

In maniera piuttosto interessante abbiamo riscontrato che aumentando l’ ampiezza del rumore la frequenza delle oscillazioni diveniva più regolare, il che è un’ esempio di risonanza stocastica. (…)

Nel confrontare i dati reali con i modelli usati per spiegarli, abbiamo preso in considerazione l'ipotesi di base; per la precisione, la corrispondenza dei dati biologici con l'ipotesi fondamentale del caos e di altri modelli totalmente deterministici. Nello specifico, va rilevato che la dinamica caotica è un sistema continuo e deterministico. Anche se le serie temporali di tali sistemi possono sembrare casuali, i processi che li generano non lo sono: il loro comportamento è rigido per definizione. (…)

la casualità delle equazioni stocastiche differenziali è generata dalle condizioni iniziali casuali, da una forza casuale o da coefficienti casuali; nelle equazioni caotiche, minimi (ma finiti) cambiamenti delle condizioni iniziali vengono amplificati da un meccanismo di instabilità. (…)

 

Tab. 1 - Differenze tra una dinamica caotica e una dinamica non-Lipschitz

 

Dinamica caotica

Dinamica non-Lipschitz

 Dipende dalle condizioni iniziali

Dipende dalla singolarità

 Attrattore presente

Nessun attrattore in senso classico

 Propaga !'indeterminazione a tutto !'at-

Indeterminazione ai punti di singolarità

 trattore; vale a dire instabilità globale

(attrattore stocastico)

 Il comportamento varia

La dinamica mantiene il suo comportamento

 

al di fuori dei punti di singolarità

 Allungamento e ripiegamento regolari

Diffusione casuale dei punti nella regione

 dell' attrattore

di spazio di fase (attrattore stocastico)

 L'informazione decresce col tempo

L'informazione è infinita al punto di singolarità

 

(la conoscenza del passato è O)

 Serie di Cantor

Serie combinatoria numerabile

 Prevedibilità a breve termine

Prevedibilità

basata

sull'evoluzione

 

della probabilità

 

 Controllata da forze esterne

Facilmente controllata al punto di singolarità

 Il tempo è un continuum

In prossimità della singolarità, l' evoluzione del futuro è disaccoppiata dal passato

 

 

Di nuovo, la casualità si presenta di fatto come un'entità fondamentale per la generazione della vita, capace di mettere in questione diverse affermazioni sull’ ordine funzionale al di là del caos. In un certo senso, si può dire che le cose evolvono e si adattano all'ambiente attraverso iniezioni di bit di rumore casuale, altrimenti restano intrappolate nella monotonia della matematica. Se poi questo sia in realtà un limite della nostra matematica (in definitiva le equazioni differenziali non sono la perfezione assoluta...) o una necessità della vita non è dato saperlo.

In più occasioni ci è stato chiesto di commentare l'applicabilità della nostra teoria sul rumore e sulle singolarità all'arte e alle scienze sociali: noi lo abbiamo fatto, anche se con qualche dubbio e con una certa cautela. Queste aree infatti tendono ad essere di più problematica valutazione, soprattutto a causa delle difficoltà che si riscontrano per ottenere dei dati oggettivi, al contrario di ciò che avviene in fisica e in biologia. In secondo luogo, questi ambiti non appartengono alla nostra competenza formale. Nonostante ciò, ci siamo ugualmente arrischiati in queste aree, quantomeno per mettere in guardia sull' ''appropriazione'' arbitraria, sia metaforica che qualitativa, di queste idee, come è già avvenuto nel vasto campo della "teoria del caos". (Potremmo aggiungere anche il campo della "teoria della catastrofe", che rimane tendenzialmente qualitativo e comunque distinto dalle nostre idee in quanto noi enfatizziamo le misure oggettive, che spesso sono ergodiche.)

Nel caso dei dati economici, non è stato ancora preso in considerazione un problema fondamentale, e per la precisione, la corrispondenza dei dati economici alle assunzioni fondamentali del caos e di altri modelli pienamente determinati. Nello specifico, è evidente che la dinamica caotica è un sistema deterministico e continuo. Anche se le serie temporali di tali sistemi sembrano casuali, i processi che le generano non lo sono: il loro comportamento è rigido per definizione. I sistemi economici d'altra parte sono soggetti all'instabilità delle azioni umane.

Sport quali il calcio o il basket ad alti livelli sono ammirevoli per l'eleganza della coordinazione del gioco. Le squadre sono simili a reti neurali in quanto anch'esse formano "attrattori stocastici": quando i giocatori imparano a conoscere l'uno le mosse dell'altro, saranno in grado di passarsi la palla senza difficoltà al minimo sguardo, e con un alto grado di fiducia che i giocatori che prenderanno la palla successivamente la muoveranno nella direzione desiderata. Questo è in definitiva un restringimento della distribuzione di probabilità che collega le azioni dei giocatori in una data circostanza, e dipende dall'esercizio e dall'apprendimento.

Uno scenario simile si può ritrovare in un'azienda ben diretta: i singoli manager possono imparare a "giocare in squadra", in modo da minimizzare la comunicazione tra di loro (ovvero sapendo prima ognuno quello che farà l'altro). Riducendo la comunicazione non necessaria, la compagnia sarà più efficiente, e potrà reagire ai cambiamenti del mercato in maniera più pronta e competitiva rispetto a degli avversari meno coordinati.

L'obiettivo di questa breve monografia è quello di proporre un paradigma diverso di pensare alla dinamica. Il paradigma si basa su una dinamica discontinua fortemente condizionata da punti di singolarità sensibili agli effetti del rumore. La motivazione della nostra ipotesi è il tentativo di spiegare la realtà così com'è, nel suo notevole determinismo; ma anche nella sua notevole casualità: sembra esserci un'interazione tra le due caratteristiche, nel senso che l'una informa l'altra. Sarebbe improbabile che il rumore, che sembra pervadere l'universo in quantità abissali, non interagisse con la dinamica in una maniera determinante. Inoltre questa ipotesi; contrariamente a quanto si può pensare ad una prima impressione, è estremamente semplice segue il rasoio di Occam. Infatti postulando una dinamica basata sulle singolarità si comprende la dinamica più semplicemente, in virtù della sua flessibilità nel descrivere una varietà di moti, basati sulla probabilità, dove questi in realtà accadono, e non presupponendo un complicato processo deterministico multi variabile. Infine le tecniche per identificare le singolarità ecc., sono relativamente semplici, utilizzando fondamentalmente il calcolo delle ricorrenze.

Implicita in questo paradigma è la richiesta non solo di un modo di pensare differente, ma anche di un modo di porre domande differenti domande che affondano le radici nella semplificazione. La nostra ipotesi qui è che la casualità, in maniera specifica, genera nuovi movimenti, comportamenti, strutture e altri paradigmi. In un certo senso, le singolarità e il rumore sono ciò che rende l'universo interessante. Il mancato riconoscimento dell'importanza del rumore rende il mondo prevedibile e terribilmente noioso.

 

 

 

 

 


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Otranto

Di Roberto Cotroneo
Oscar Mondatori (bestsellers) 1999

(Per il tramite di Adriana Tenda)

XI pag. 165

 

Il caso è sacro. (…)

Il caso è destino: è fato. (…)

Intollerabile perchè casuale, intollerabile perché senza una causa prima.

(…) Ma prima debbo convincermi che il destino, quelli che Akmed chiama “gli accadimenti” e che altri hanno definito come il degli dei, non è altro che un caso, a cui noi attribuiamo un fine. Posso sopportare che il mondo sia retto da un dio che gioca a dadi?

(…)

Guardi che neppure Eraclito, neppure Euripide osarono infrangere questo tabù, pur intendendolo non osarono dire in modo chiaro e razionale che la violenza, la violenza casuale, fonda tutte le società umane.

Pag. 174, 203, 249, 259

 

 

 

 

 

 


 

 

 

 

 

"Esiste il caso?"

di Andrea Parlangeli
Focus (N.  147 - Gennaio 2005 - pag. 42-48)

(per il tramite di Manuela Margutta)

"Mario Rossi è appassionato di lotto e punta tutte le settimane sul numero 53 della ruota di Venezia, che non esce da anni. E’ convinto, come molte altre persone, che – date le circostanze – questo numero abbia più probabilità di uscire degli altri. Nulla di più sbagliato, perché il 53 ha, a ogni estrazione esattamente la stessa probabilità di uscire." (...)

"Il caso, infatti, non ha “memoria”. Gli eventi casuali, cioè quelli che obbediscono alla teoria matematica del calcolo delle probabilità, sono caratterizzati proprio dal fatto di non dipendere da quelli precedenti: ai fini delle puntate al lotto, perciò, tutte le informazioni e tutte le statistiche che si possono trovare sono inutili. E lo stesso vale per la roulette e per tutti gli altri giochi d’azzardo." (...)

"Ma il caso non trova applicazione solo nelle ricevitorie e nei casinò. Ha affascinato anche gli artisti contemporanei, è usato per cifrare i messaggi segreti (per scopi militari, ma anche per effettuare transazioni finanziarie) o per risolvere calcoli complessi in moltissimi campi, dall’economia alla progettazione. E, secondo i fisici, è perfino a fondamento di tutta la realtà." (...)

● Caso e caos

Quando si parla di caso,però, è anche facile fare confusione. Anche perché a noi uomini piace attribuire un ordine agli avvenimenti ai quali assistiamo. E, quando non ci riusciamo, diciamo, che sono casuali.

Questa definizione, però, è spesso imprecisa. Le condizioni meteorologiche, per esempio,non sono esattamente casuali. Nella meteorologia, piuttosto, si ha a che fare col caos: un fenomeno che nasce dalla complessità dei fenomeni in gioco e che può produrre, a partire da una piccola perturbazione, uno sviluppo totalmente diverso e imprevedibile (come spiega la famosa affermazione del meteorologo Edward Lorenz: “Il battito d’ali di una farfalla in Brasile può provocare un tornado in Texas “).

Attenti al baro!

Per evento casuale, invece si intende un evento sul quale non si hanno informazioni certe: < La probabilità, in un certo senso, è un surrogato della mancanza di informazione > spiega Romano Scozzafava, docente di calcolo delle probabilità all’Università La Sapienza di Roma. < E non è una proprietà dell’evento in sé, ma dipende dall’informazione che ne abbiamo. A parte gli eventi certi (che hanno probabilità 1) e quelli impossibili (con probabilità 0), tutti gli eventi sono sempre casuali, nel senso che possono essere veri o falsi, ma noi non siamo in possesso della relativa informazione. Se un baro lancia una moneta con due teste, ma io non lo so, per me la probabilità di croce non è 0 ma 0.5 >

Il destino non esiste

A questo punto, però, può sorgere un dubbio. Il mondo, lo sappiamo per esperienza, è pieno di fenomeni casuali. Ma ciò è dovuto alla nostra “ignoranza” su ciò che avviene attorno a noi, o è una proprietà della natura? In altre parole: se riuscissimo a valutare con precisione tutti gli aspetti della realtà che ci circonda, riusciremmo anche a prevedere il futuro?

Non c’è una risposta certa  a queste domande. Fino a un secolo fa, i fisici descrivevano un mondo che sembrava determinato fin dall’inizio. Secondo la fisica classica, infatti, se si conoscessero le posizioni e le velocità di tutte le particelle esistenti, sarebbe possibile, in base alle leggi fisiche, prevedere esattamente lo sviluppo del corpo.

“Dio non gioca a dadi”

All’inizio del ‘900, però, si scoprì che la fisica classica non descrive bene la struttura intima della materia. Nacque dunque la fisica quantistica, che spiega con precisione il mondo atomico, ma nega, in un certo senso, l’esistenza di un destino predeterminato: le proprietà delle particelle non si possono conoscere con precisione assoluta, ma solo a livello di probabilità. In pratica, non possiamo sapere esattamente dove sia e che velocità abbia un elettrone in un atomo, anche se possiamo determinare la probabilità che si trovi in una certa zona. Einstein non digerì mai questa concezione della realtà e per questo coniò la celebre espressione “Dio non gioca a dadi”.

Il caso nell’arte: dai “cadaveri squisiti” ai dipinti di Pollock

Da circa un secolo, il caso è entrato anche nell’arte. < Fu introdotto dal movimento “Dada”> spiega Flavio Caroli, docente di storia dell’arte all’università e al politecnico di Milano. < Lo stesso termine “dada” è, in francese, una voce onomatopeica del linguaggio infantile (sta per cavallo), che il saggista e poeta Tristan Tzara trovò aprendo a caso un dizionario. Un esempio di letteratura dada sono i “cadaveri squisiti”: composizioni create da più autori, ciascuno dei quali aggiunge un verso o una parola all’insaputa dell’altro> continua Caroli. < Si chiamano così, perché, in un’occasione, si creò per caso la combinazione “cadaveri squisiti” >.

Quadri e frattali

< il movimento Dada influenzò quelli successivi, come il surrealismo e l’action painting, al quale apparteneva Jackson Pollock > conclude Caroli. La pittura di Pollock, in particolare, è stata negli anni scorsi oggetto di studi, che ne hanno svelato una struttura nascosta – tra l’altro molto frequente in natura – basata sul concetto matematico di “caos” e di “frattali”.

(…)

 Evoluzione casuale

Di una cosa, però, possiamo essere certi: gli eventi casuali esistono e sono importantissimi. In natura, un esempio significativo sono le mutazioni, cioè le alterazioni casuali del patrimonio genetico delle cellule. < Possono essere dovute a errori di replicazione del Dna, o indotte da fattori esterni come le radiazioni molto energetiche (per esempio i raggi UVB del sole) > spiega Boniolo. < E se interessano le cellule germinali possono essere trasferite ai discendenti >. Questo è un elemento fondamentale nell’evoluzione delle specie: gli individui che, per caso, si trovano con un corredo genetico più adatto alla sopravvivenza, hanno anche più probabilità di riprodursi e trasferire i loro geni ai discendenti.

Le mutazioni, però, sono in gran parte neutre o nocive. Il nostro organismo, perciò, è dotato di meccanismi di correzione. < Si calcola che la probabilità che una modificazione accidentale del Dna sfugga alla riparazione e si trasformi in una mutazione è minore dell’uno per mille > spiega Boniolo. «E se interessano le cellule germinali possono essere trasferite ai discendenti». Questo è un elemento fondamentale nell'e­voluzione delle specie: gli individui che, per caso, si trovano con un corredo genetico più adatto alla sopravvivenza, hanno anche più probabilità di riprodursi e trasferire i loro geni ai discendenti. Le mutazioni, però, sono in gran parte neutre o nocive. li nostro organismo, perciò, è dotato di meccanismi di correzione: «Si calcola che la probabilità che una modificazione accidentale del Dna sfugga alla riparazione e si trasformi in una mutazione è minore dell'uno per mille» spiega Boniolo.

Paesaggi immaginari

Oltre a comparire spontaneamente in natura, il caso può essere creato anche artificialmente. E non solo per fare scommesse, ma anche per realizzare quadri (v. riquadro nella pagina precedente e foto destra) e composizioni musicali. li termine "musica aleatoria", per esempio, fu ideato dal compositore francese Pierre Boulez per distinguere i suoi lavori (in cui all'esecutore erano concesse alcune libertà) da quelli dell'artista Usa John Cage. Quest'ultimo. in particolare, usò il caso in più modi. La composizione Imaginary Landscape No. 4, per esempio, fu scritta per essere eseguita su 12 apparecchi radiofonici, ciascuno con due esecutori: uno che controlla il volume e l'altro la frequenza di sintonizzazione. Cage scrisse una partitura con le istruzioni sull'esecuzione, ma il risultato sonoro è comunque imprevedibile.

 Particelle simulate

Non mancano, inoltre, le applicazioni pratiche. Uno degli esempi più diffusi è il "metodo Monte Carlo", chiamato così dal matematico John Von Neumann, uno dei padri dell'informatica, con riferimento alla sede del celebre casinò, nel Principato di Monaco. Questa tecnica ha applicazioni in molti campi:nella fisica atomi<:&, nello studio dei materiali, nella progettazione. Ed è fondata sull'uso di numeri casuali (o presunti tali) per analizzare problemi così complicati che sarebbero irrisolvibili con i metodi tradizionali.

«È usata spesso per simulare gli urti tra particelle all'interno degli acceleratori nucleari» spiega Fabio Bossi, ricercatore ai Laboratori nazionali di Frascati dell'Istituto nazionale di fisica nucleare. In un singolo esperimento, spiega Bossi, avvengono molti tipi diversi di urti tra particelle.

 Codice imbattibile

Un’ altra è la crittografia, cioè l’arte di cifrare i messaggi A questo scopo, si utilizza una sequenza di lettere (o numeri) chiamata "chiave" e la si combina in maniera opportuna con un messaggio: il risultato sarà tanto più incomprensibile quanto più lunga e complessa è la chiave.

Come scoprì nel 19171'ingegnere statunitense Gilbert Vemam, la chiave migliore è una sequenza puramente casuale lunga come il testo da cifrare. «E un metodo poco pratico» spiega Corrado Giustozzi, esperto di sicurezza informatica «ma fu usato. Negli anni '60, furono catturate due spie russe: avevano libretti pieni di numeri (le chiavi). E, nello stesso periodo, c'era la "linea rossa" tra Mosca e Washington: un collegamento telefonico che usava la stessa tecnica». Meccanismi casuali più semplici nello scambio delle chiavi sono effettuati anche per effettuare operazioni finanziarie o per la sicurezza su Internet. E, sempre a questo scopo,ci sono programmi che usano numeri generati a caso del battito delle dita sulla tastiera o dai movimenti del mouse.

 Il PC quantistico

Nelle applicazioni, comunque, c’è spesso l’ esigenza di avere a disposizione, o di generare, numeri realmente casuali. Non è fantascienza: la società svizzera Id Quantique, per esempio, produce e vende schede per PC che generano, un fascio di fotoni, numeri casuali puri. Costano un migliaio di euro, ma garantiscono la casualità più pura che si posso immaginare.

 

Per saperne di più

Su Internet: http://www.random.org

Si possono trovare numeri (pseudo) casuali e giocare a testa e croce con monete antiche virtuali.

http://www.idquantique.com  società che vende generatori di numeri casuali puri, sulla base di processi quantistici.

 

 

 

 

 


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Oibo Pepe

di Carlo Scappaticci
Capitolo Primo
Una Comoda Teoria
 

Nulla accade per caso: tanto gli avvenimenti del quotidiano, quanto gli eventi straordinari che segnano le tappe della nostra esistenza rappresentano la sommatoria di tante e tante altre vicende umane, compiute Chissà dove e chissà da chi, che poi si intrecciano fra loro e con il pulsare della natura. Questo dinamismo, che ho chiamato "turbinio combinatorio", scandisce la nostra vita.

Tutti, prima o poi, abbiamo sospettato che dietro il nostro agire esiste veramente un disegno che non lascia vie d'uscita, ovvero quel DESTINO che tutti conosciamo... personalmente rifuggo il fatalismo; al contrario la mia è proprio la ricerca della totale partecipazione umana all'evolversi dell'esistenza. Non mi basta sapere di muovermi in un disegno soprannaturale, in cui solo inizio e fine sono indefiniti ma certi, con l'intervallo fra i due estremi ridotto a rassicuranti speranze per un "al di là". Mi intriga piuttosto identificare una spiegazione, magari di ordine matematico, capace di rendere conto di scelte e decisioni sulla scorta di infinite variabili. Una spiegazione dalla quale emerga come basti ridefinire anche solo pochi di quei parametri perché eventi diversi, nel bene e nel male, porgano il sapore dell'esistere.

Insomma, riconosco piuttosto la nostra esperienza in una specie di eterno binomio entropia-entalpia senza inizio né fine, un moto perpetuo di causa-effetto il cui inizio e la cui fine coincidono con l'inizio e la fine dell'universo stesso, e che in ogni istante coinvolge, ai quattro angoli del pianeta, persone, animali, piante e cose.

Ognuno di noi, vivendo, per forza di cose partecipa del "turbinio combinatorio" dovendo costantemente interagire con esso. Dal maggiore o minore riconoscerlo nel suo manifestarsi scaturisce la vera libertà di scegliere, di essere in grado di approfittare il più possibile delle occasioni che via via capitano, col fine ultimo di sentire la vita. Qualunque vita incontri.

In fin dei conti di ogni avvenimento sarebbe facile, .a posteriori, risalire la corrente dei 'se' e dei 'ma' che avremmo potuto in prima persona disporre diversamente, anche soltanto di poco, mutando l'effetto finale. In tal modo decade quell'idea di intoccabile predestinazione che ci sovrasta, facendoci sentire soli ed impotenti, in balia dei risultati.

 

 

 

 

 


 

 

 

 

 

"Zahir"

di Paulo Coelho
Ed. Bompiani
 

Io credo ai segnali. Dopo il Cammino di Santiago, tutto era cambiato: quello che abbiamo bisogno di apprendere è sempre davanti ai nostri occhi; è sufficiente guardarsi intorno con deferenza e attenzione per scoprire dove Dio vuole condurci e quale sia il passo migliore da compiere nel minuto successivo. Ho imparato anche a rispettare il mistero. Come diceva Einstein: "Dio non gioca a dadi con l'universo", tutto è collegato e ha un senso. Benché esso risulti occulto per gran parte del tempo, noi sappiamo di essere prossimi alla nostra vera missione sulla terra quando ciò che stiamo facendo è permeato dall’energia dell'entusiasmo.

Se lo è, tutto va bene. Se non lo è, conviene cambiare rotta.

Quando siamo sulla strada giusta, seguiamo i segnali e, se ci capita di fare un passo falso, ecco che la Divinità ci viene in aiuto, evitandoci di commettere un errore. L'incidente era un segnale? E, quel giorno, Mikhail aveva forse intuito che era diretto a me?

Decisi che la risposta a questa domanda era: "Sì."

Conosco quasi tutti i monumenti e i luoghi storici delle moltissime città che ho visitato per promuovere il mio lavoro eppure non mi ricordo assolutamente di nulla. Nella mente restano soltanto le cose inaspettate, gli incontri con i lettori, i bar, le vie che ho percorso casualmente: ho svoltato un angolo e, all'improvviso, ho visto qualcosa di meraviglioso.

Un giorno, voglio scrivere una guida turistica che contenga soltanto mappe e indirizzi di alberghi: lascerò le altre pagine in bianco, così ciascuno dovrà fare un proprio percorso, unico, scoprire i ristoranti, i monumenti e le meraviglie che ogni città possiede, ma delle quali non si parla mai perché "la storia che ci hanno raccontato" non le include nella voce "Da non perdere assolutamente".

Sono già stato a Zagabria. E questa fontana — benché non compaia in nessuna guida turistica — è molto più im­portante di molte altre che ho visto in questa città: perché è bella, perché l'ho scoperta per caso ed è legata a una storia di vita.

 

 

 

 


 

 

 

 

 

Da “ Il fiume della vita”

di Romano Battaglia 
Edizioni Rizzoli
 

<< Nulla nasce dal caso: tutti abbiamo un padre e una madre che ci segnano dai confini del nulla che è il tutto.>> (...)

<< Il tutto è in noi col suo mistero, come l’acqua. Ti sei mai chiesto che cos’è l’acqua, perché è trasparente e viva, e come mai piove? È un dono, come il sole e la luna la notte e il giorno. È il fiume dell’ invisibile che sempre palpita attorno a noi, per farci coraggio>>.

 

 

 

 


 

 

 

 

Le hasard peut parfois bien faire

 

Rosette Poletti, infirmière, pédagogue et psychothérapeute, répond aux questions des lecteurs, tous les dimanche dans « Le Matin », quotidien suisse.

 

« Très souvent je me trouve dans des situations où se manifestent des coïncidences inexplicables. Je vous donne quelques exemples. Ma voiture n’ayant pas démarré, je prends le train, qui est très plein, je m’assieds en face d’une personne avec qui je fais connaissance et qui me donne des renseignements très importants pour un travail que je dis effectuer. Une autre fois, je venais de parler la veille au soir d’une personne que j’aurais voulu revoir, mais dont je n’avais pas l’adresse ni aucune nouvelle depuis plusieurs années, me rendant ce jour-là dans un centre thermal d’une région qui n’était pas la mienne. Et je rencontre cette personne dans la piscine. Elle était là par hasard après avoir travaillé dans la région. Je pourrai encore vous raconter d’autres histoires de ce genre. La question que je voudrais vous poser est la suivante : estce habituel, et de plus, peut-on faire quelque chose pour augmenter le nombre de ce genre de coïncidences » (...)

 

C’est bien volontiers que nous abordons ce sujet mystérieux et passionnant, cher correspondant. Tout d’abord, disons d’emblée que ces phénomènes sont courants, habituels. Ils se produisent tous les jours, et nous ne les percevons pas tous. Ces phénomènes ressemblent beaucoup à ce que Jung appelait « synchronicités », à ce que James Redfield nomme « coïncidences inattendues ou inespérées », et à ce que Paolo Coelho désigne par « signes ». L’historien Arthur Koestler souligne la capacité de l’esprit humain à agir en « résonance cosmique ». Pour cet auteur il existe une unité fondamentale de toutes choses. De nombreux autres chercheurs se sont penchés sur cette question des « correspondances imprévisibles », cherchant des explications à des situations à propos desquelles on peut trouver de causes. (…)

On peut postuler que ces phénomènes de synchronicité concernent chacun d’entre nous, simplement certains sont plus conscients, plus éveillés, plus prêts à les sentir et à les accueillir. Wayne Dyer, un psychologue américain, auteur de nombreux ouvrages, souligne aussi que ces signes apparaissent dans toute vie s’ils y sont accueillis.

 

 

 

 

 

 


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 Augmenter sa réceptivité

 

Peuton augmenter sa réceptivité aux signes que la vie nous donne ? La réponse est positive, bien sûr. Jacques Salomé donne quelques pistes dans un très bref article qu’il avait écrit en 1997 : « Ces correspondances invisibles procéderaient en quelque sorte de l’activité d’une antenne du cerveau droit lancée vers l’univers, tel un radar relationnel en perpétuel mouvement « d’attentivité » pour capter l’infime des pulsations de la vie, pour nous permettre d’accéder aux informations nécessaires au sens subtil et à l’unité du divin dont nous sommes partie prenante… à part entière » (« Nouvelles Clés » hiver 1997, p.9).

Voici comment on peut augmenter notre capacité d’attention aux signes qui se manifestent dans notre vie.

1.      Devenir conscient que ce qui se produit dans sa vie peut prendre sens et que c’est à soi de chercher ce sens. « Il y a de nombreuses questions dans la vie qui n’ont pas de réponses évidentes. Il convient d’accepter la question, de vivre avec la question, d’avancer avec cette question, et puis un jour, sans nous en rendre compte, nous marcherons dans la réponse. »

2.      Savoir qu’il y a de multiples raisons de s’émerveiller et d’être reconnaissant. Garder un regard positif sur les événements et chercher à y voir des possibilités plutôt que des limites. (…)

3.     Savoir que les gens, les choses, les situations ne sont jamais uniquement comme on les perçoit, elles sont beaucoup plus complexes et riches de possibilités qu’on ne l’imagine. (…)

4.      Lâcher prise des regrets du passé et des craintes de l’avenir pour vivre ici et maintenant. C’est ici dans le présent que les signes se manifestent et on ne peut les voir que si l’on est ouvert  et attentif à ce présent.

5.      Faire confiance à son intuition. Tous les humains ont une capacité d’intuition, mais certains donnent plus d’attention à cet aspect d’euxmêmes et osent agir sur la base d’une intuition. (…)

 

Savoir lire les signes que la vie nous envoie est possible. C’est même souhaitable, et cette capacité peut se développer par un travail personnel et par une conscience toujours plus grande de l’instant présent.

 

 

 

 

 

 


 

 

 

 

 

 

 

El cazador de coincidencias

 

"El polémico biológico austriaco Paul Kammerer sostenía que entre las leyes físicas que nos gobiernan figura la de las coincidencias, que tiende a ordenar la vida en series de hechos recurrentes. Como el, muchos piensan que tras las casualidades se esconde algo mas que el azar. Por Rosa Montero" (...)

 El pasado mes de julio, El PAIS publico, en el mismo día en la misma pagina, dos trágicos sucesos ocurridos en Madrid. Un joven que cruzaba por un semáforo fue golpeado por un coche que no respecto la luz roja; cuando el herido intentaba levantarse, resulto atropellado y muerto por un taxi. El otro caso es aun mas desesperante en cuando a la maligna casualidad que lo produjo: un policía municipal multo a un conductor en la autopista M-30, y mientras estaban los dos en el arcen rellenando los papeles otro coche se precipito accidentalmente contra de ellos y les mato. (...)

A menudo suceden inquietudes hechos de este tipo: extrañas  coincidencias, destinos tan minuciosamente fatídicos que parecen diseñados ex profeso. Recuerdo que hace pocos años, un pobre hombre murió fulminado por un rayo mientras visitaba el parqué zoológico madrileño, que te atraviese un rayo ya es cosa bastante extraordinaria, pero es que , el cielo estaba limpio de nubes, y aquellas descargas eléctricas ase pero aparenta tenerlo; de hecho, muchos de los individuos considerados como locos se aferrán a estas menudencias en sus delirios, como si fueran vestigios del oculto sentido de las cosas. Nos cuesta tanto admitir que somos hijos de alzar  mas ciego, y le repugna tanto a nuestra razón aceptar el caso informe, que siempre nos esforzamos en creer que las cosas poseen un diseño secreto, un propósito magistral que no se nos alcanza, pero que otorga al mundo un orden y un proyecto.

 

 

 

 

 

 

 


 

 

 

 

 

 

 

Y así, la gente suele creer en la suerte, o al menos

En las rachas de buena o mala suerte, sobre todos en los juegos de cartas o de ruleta, asimismo, hay muchos que piensan que determinadas catástrofes tienen a repartirse  en un tiempo breve     ( ya lo dicen el refrán: las desgracias nunca vienen solas), como los accidentes aéreos o los terremotos, que siempre parecen sobrevenir en tandas. Yo no creo que las coincidencias oculten un significado, o, para ser exactos, ese  hipotético significado me párese muy incierto, mientras que

 

Nos cuesta tanto admitir que somos hijos del azar ciego que nos esforzamos en creer que las cosas poseen un diseño secreto que otorga al mundo un orden y un proyecto

 

Sina fue la única que hubo en todo la comunidad de Madrid en todo la jornada. Todos hemos experimentado alguna vez algún tipo de coincidencias, una encadenación o repartición de hechos que parecen estar por encima de la mera casualidad. Estas coincidencias no tiene por que tener un carácter siniestro o fatal pueden ser sucesos favorables o nimiedades. Pongamos que una mañana piensas en alguien a quien no has visto ni recordado en muchos años, por ejemplo, y que recibas  inmediatamente una llamada suya. O tal vez vayas al teatro el día que  tu hijo cumple seis años y te den la butaca numero seis y la ficha seis del guardarropa,. Todo esto carece de significado, la devastación intelectual que puede producir la ciega credulidad en las coincidencias me parece un peligro muy cierto y cercan. Pero existen muchos coleccionistas de casualidades, y entre ellos hay artistas y pensadores de prestigio. El mas fascínate de éstos cazadores de coincidencias es, para mi gustó, Paul Kammerer, un biólogo vienes muy famoso y polémico  que se pego un tiro en 1926, a los 46 años (en la foto, en 1924), porque sus enemigos dijeron que habían falsificado los resultados de un experimento inyectado tinta china a un sapo muerto. La tinta, en efecto, había sido inyectada pero probablemente no fue Kammerer el autor de la superchería,. El obre Paul tuvo muy mala suerte; fue un científico heterodoxo, empeñando en demostrar  las texis de Lamarck (que  los rasgos adaptativos son transmitidos genéticamente a los hijos: el hijo de un heredero, por ejemplo, tendría unos brazos un poco mas musculosos que lo normal) contra las de Darwin (que la evolución ocurre por mutaciones genéticas absolutamente azarosas y casuales). Hoy la ciencia párese haber demostrado sin ningún genero de dudas que Darwin tenia razón, así es que Kammerer estaba equivocado en su teoría principal, sin embargo, fue un biólogo formidable, especializado en anfibios y largos, y autor de experimentos importantes; pero, por desgracia, su  polémico final emborro su prestigio y su trabajó. Hay un fascinante libro de Arthur Koestler, titulado El abrazo del sapo (Ayma Editorial), que relata la odisea de este hombre. (...)

 

Además de ser un científico original y vigoroso, Kammerer era todo un personaje, su única hija se llamaba Lacerta en honor a un generó de lagartos  así denominados. Aparte  de los reptiles, Paul tuvo otras, dos pasiones:. Las mujeres (estuvo enamoradísimo, entre otras, de Alma Mahler, para entonces viuda del compositor) y las coincidencias. Escribió un libro, la ley de las series, en el que sostenía que las coincidencias son el resultado no del azar, sino de una ley científica aun no descubierta, pero equiparable a cualquier ley de la física. Los humanos, al ignorar la ley que funciona por debajo de todo, veríamos solo las coincidencias mas superficiales y llamativas; pero según Kammerer, en realidad la vida se ordena en series de sucesos y hechos recurrentes, la mayoría tan banales que ni les prestamos atención, para demostrar todo esto; el vienes recogió en su libro 100 coincidencias –cosas menudas del tipo:.butaca numero seis y ficha del guarda ropa también seis- y , como buen biólogo, las clasifico, como si se tratara de coleópteros, en ordenes distintos, dependientes del numero de elementos repetidos y además detalles. (...)

 

Kammerer sostiene que en el universo existe unPrincipio básico que tiende hacia  la unidad, una fuerza de tradición parecida a la fuerza de gravedad que procura unir lo semejante, agrupando los sucesos y elementos afines; esta punción elemental, en fin, seria el origen de las coincidencias. Es una explicación disparatada, pero que resulta muy conmovedora; por un lado, se nota demasiado que Kammerer necesitaba creer en la unidad y la armonía de las cosas, un anhelo patético y muy humano, y por otro, su tesis posee una indudable belleza poética. Tal vez fuera esa belleza lo que atrajo a algunos de sus coetáneos: Einstein, que leyó el libro dijo que era “original, pero ni mucho menos absurdo” y el famoso Jung escribid un ensayo sobre la sin cronicidad en el que excitaba a Kammerer abundantemente, pero el pobre Paul no se entero de ello porque sucedió muchos años después de que se metiera una bala en la cabeza, por cierto, que Arthur Koestler, el biógrafo de kammerer, también acabado suicidándose, otra coincidencia, o mas bien un resultado de la inestable, azarosa, confusa, a menudo miseria y a veces  heroica condición humana.

 

 

 

 

 

 


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Ma la scienza non offre verità

Di Emanuele Severino

(Per il tramite del quotidiano: "Il Corriere della Sera" del 13 Agosto 2005)

 

 "Si discute dello scontro tra evoluzionismo e creazionismo come se la filosofia degli ultimi tre secoli non esistesse. È persino raro che si accorga dell’ esistenza del pensiero metafisico tradizionale, che la Chiesa  pone alla base della parola evangelica, e col quale innanzitutto la Chiesa rifiuta, dell’evoluzionismo, la tesi che l’uomo sai un risultato casuale di un processo senza scopo."

"Rifiuto recentemente ribadito dal cardinale Schönborn, che non ha detto nulla di nuovo rispetto alla dottrina cattolica."

"Mi sembra che Edoardo Boncinelli sia da qualche tempo più sensibile alle sirene della filosofia. Sul Corriere del 9 agosto, parlando dell’evoluzionismo, cita ad esempio Kant. Ma è una citazione sviante, anche se bella. Infatti Kant porta in piena luce il concetto che la coscienza umana non è il risultato di un processo temporale (come appunto ritiene l’evoluzionismo), ma che il tempo è interno alla coscienza, ossia è un modo umano di interpretare il mondo. Ed è un concetto che non può essere eliminato con troppa disinvoltura, come si fa oggi anche da parte di certi filosofi."

"La scienza considera la coscienza umana come una parte del mondo (e la specializzazione scientifica è sempre una considerazione di parti); ma la coscienza è la scena totale in cui si avvicendano le parti. E il sopraggiungere della scena non può essere messo in scena."

"Che la scena sopraggiunga è un’ipotesi non solo dell’evoluzionismo, ma anche del creazionismo. Certo, sono le ipotesi della scienza a muovere oggi le montagne. Ma la potenza che sperimentiamo non è la verità. La scienza stessa lo riconosce quando considera se stessa come sapere < ipotetico-deduttivo> sempre falsificabile."

 

 

 

 

 


 

 

 

 

 

 

Un caso "storico"

(Per il tramite del quotidiano: "Il Messaggero" del 17 Settembre 2005 - pag. 17) 

 

Durante l’estrazione di giovedì scorso è capitato un caso molto raro: è uscita sulla ruota di Roma una quaterna gemellare (22-44-55-77); si tratta di un evento accaduto solo 8 volte nell’ intera storia del lotto. L’ ultimo caso risale al 25 ottobre 2003 (11-44-77-88 su Cagliari) e da quel giorno (210 turni fa) solo uno dei sei ambi che compongono la quartina (44-77) si è ripresentato in Sardegna. Cogliamo l’occasione per parlare anche delle terzine gemellari, tra le quali ve ne sono diverse che dal momento della loro uscita hanno ripresentato uno solo dei tre ambi che le compongono: abbiamo quindi degli ambi gemellari “sincroni” con un numero in comunione; ecco di seguito i più ghiotti. 11-22 e 11-55 da 1.513 concorsi, 55-77 e 66-77 sono attesi su Torino da 715 colpi, 11-66 e 66-88 su Firenze da 564, 11-33 e 33-66 su Palermo da 559, 11-22e 22-88 su Roma da 386 e nello stesso comparto 44-66 e 66-77 (320).

 

 

 

 

 


 

 

 

 

Qui - Vive !

Lundì 25 Septembre 2006 Paris
Accusé Darwin, levez vous!
 
 
 
 

 

 

 

 

"Is there life after death?”

Antony Peake 

Arcturus Publishing Limited

Capella London 2006

(Rio San Juan Santo Domingo, Hotel Bahia Principe)
 

 Citazione del libro di Brian Inglis: “Coincidence. A matter of chance and Synchronicity”

(...) “God does not play dice”.

 

 

 

 


 

 

 

 

The bridges of Madison county

Robert James Waller 
Warner books
 

 (…) The road is a strange place. Shuffling along. I looked up and you were there walking across the grass toward my truck on an August day. In retrospect, it seems inevitable - it could not have been  any other way - a case of what I call the high probability of the improbable. (…)

 

 

 

 

 


SEGNALAZIONI di libri

(per il tramite di Franca Chichi)

-   "Quando Dio ci strizza l'occhio" di Squire Russnell. Edizioni SPERLING

-         "Strane coincidenze" di Franz Joseph. Pan Edizioni

 

(per magica concessione di Tiziana Saffioti)

- "Esperimento di verità" di Paul Auster. Edizioni Einaudi

- Da pag. 299 di "Vivere per raccontarla", di Gabriel Garcia Màrquez: "La zampa di scimmia" di W.W. Jacob, è il racconto perfetto, in cui tutto quanto succede è casuale... (per il tramite di Simona Tantari)


SEGNALAZIONI di film

-         L'introduzione del film "Magnolia" (per il tramite di Andrea Lupo)

-         “Sliding Doors” (per il tramite di Linda Gnisci)

"(...) Sliding Doors... debitore alla poetica Kieslowskiana del caso." (da pag. 67 del quotidiano "La Repubblica" del 22 Settembre 2006).

-         Estratto da "Forrest Gump": "... trasportati in giro per caso come da un'insolita brezza..."

-         “Serendipity”

-         “Parla con lei” di Pedro Almodovar

 


SEGNALAZIONI in TV

Dal Tg3 del 12 Settembre 2006, parole di Papa Ratzinger: "L'uomo non è il risultato casuale dell'evoluzione".

 

 


 

 

Un altro giro di giostra

di Tiziano Terzani

Tramite Vincenzo Lombardi relatore convegno Trieste (25 Novembre 2006)

 

(...) Angela, venuta a trovarmi nel mio eremo, si divertiva a vedere come acchiappavo con un fazzoletto le mosche entrate nella mia stanza per poi liberarle dalla finestra. Divertiva anche me, non perché pensassi che fossero la reincarnazione di qualcuno, ma perché mi pareva un modo per essere in armonia con gli altri esseri viventi, un'occasione per non togliere vita alla vita. Solo un'introduzione, visto che non ho bisogno di credere, di aver fede, di essere sicuro di nulla. Vivo ora, qui, con la sensazione per caso che la vita è una continua scoperta. E io sono particolarmente fortunato perché, ora più che mai, ogni giorno è davvero un altro giro di giostra.

 

 

 


 

 

La danza della realtà

di Alejandro Jodorowsky

Universale Economica Feltrinelli

Per il tramite di Saffioti Tiziana

 

Sono nato nel 1929 nel nord del Cile, in terre conquistate nel Perù e alla Bolivia. Tocopilla è il nome del mio paese natale. Un piccolo posto ubicato, forse non per caso, all'altezza del ventiduesimo parallelo. (...)

 

 

 


 

 

Messaggero Cronaca di Roma Mercoledì 06/12/2006

Rubrica: "Parlami d'amore"

di Maurizio Costanzo

Per il tramite di Marco e Andrea Sensi

 

- Quella coincidenza avvenuta al semaforo -

 

Attendere l'occasione in modo naturale

(...) E' vero che qualche volta le coincidenze sono clamorose. Pensi che ad un semaforo un mio sguardo ha incrociato quello di una ragazza che era nella macchina accanto alla mia. Dopo un po' ad un altro semaforo ci siamo ritrovati nella stessa situazione e abbiamo sorriso. Qualche giorno dopo ho rivisto quella ragazza sempre ad un semaforo. Poi l'ho persa di vista ma ho fatto in tempo a prendere il numero della targa. Ancora non l'ho trovata ma la cerco. Perché non lo so, ma mi pare importante rivederla (...)

Lucio - Roma

Ovviamente nessuno può impedirle di cercare di rivedere questa persona ammesso che anche questa persona abbia interesse nel rivederla. Se lei è un po' fatalista deve sapere che se vi dovrete rincontrare vi rincontrerete. Le consiglio di non esagerare nel cercarla perché alla domanda di lei: qual è il motivo? penso che lei sarebbe un po' in difficoltà nel dirlo. Così come è stato casuale l'incontro aspetti che sia casuale un incontro più ravvicinato.

 

 

 


 

 

 

 Da "Il dèmone toccatoci in sorte"

di Adriano Lanza

 Edizione Moretti e Vitali

(...) Il mitologhema, dunque, al quale Schopenhauer accorda credito è quello del dèmone personale, il genius degli antichi, in cui convengono così la nozione di fatum come la nozione della provvidenza dei cristiani. Vederlo come esterno, come «spirito che abita al dí fuori di noi e pone la sua sede nelle stelle superne», significa che esso opera da una regione molto al di là della coscienza individuale e rappresentativa.4 In termini di psicologia moderna ciò vuol dire che esso opera nell'inconscio, quella zona della struttura psichica che all'io cosciente si sottrae, ma della quale esso stesso subisce l'influenza.

 

 


La preghiera della rana

di Anthonyde Mello  

Edizione Paoline

Per il tramite di Cristina Chiappa

La vita è come una partita in cui ciascun giocatore sfrutta come meglio può le carte che gli sono toccate chi insiste a giocare non con le carte che ha ricevuto ma con quelle a cui sostiene di aver diritto, è destinato a fallire nella vita.
Auguro a tutti di saper giocare bene con le carte che sono capitate loro nella loro vita per caso? per scelta karmica? Chissà. Quelle sono e non altre,
allora è proprio di quelle c mo bisogno.

 

 


 

QUOTIDIANO "LA REPUBBLICA", Venerdì 12 gennaio 2007


L'intervista di a. r. allo scrittore Ammaniti


"INTERNET UN BUON TERMOMETRO PER MISURARE I GUSTI DEL PUBBLICO"


(...) La popolarizzazione dell'industria editoriale
cambia anche il profilo di chi scrive?
"Il mestiere dello scrittore è un'altra cosa dallo
scrivere. Credo che si cresca solo se accompagnati da
un buon editore e da un continuo confronto con dei
professionisti. In ogni caso, i mezzi e i luoghi che
si usano sono indifferenti: un foglio, il computer, la
ritualità o la casualità.
Di certo un capitolo non basta a dirsi scrittori.
Serve anche fiato lungo e fatica".

 

 


 

 

Ciao Rosetta come stai? Ho dato un occhiata al tuo sito, l'argomento, per cosi dire "caso e dintorni" mi incuriosisce spesso per la fantasia che la vita ha di combinare fatti e persone nei modi piu diversi, diventa stimolo verso la ricerca di una realtà alternativa che risiede in una lettura fatta "tra le righe". In qualche maniera la pittura mi permette di seguire questo percorso, in sostanza cerco di assecondarla per vedere dove mi vuole condurre, lasciarsi andare però non è facile, insomma sicuramente non basta una vita. A questo proposito sto leggendo un libro che si intitola " Creatività Superiore" di Willis Harman e Howard Rheingold edtitrice Astrolabio se non lo hai letto te lo consiglio.
Il sito sul microcredito di cui ti parlavo è http://www.kiva.org/ , l'informazione mi è arrivata ascoltando rai radio2, all'interno di un programma che si chiama Dispenser, raccolgono una serie di notizie su iniziative curiose piu o meno interessanti, in tutto il mondo, spesso presenti sul web. Un abbraccio e auguri, Stefano.

 

 


 

 

IL BANCHIERE DEI POVERI (VERS UN MONDE SANS PAUVRETE')

di MUHAMMAD YUNUS

con la collaborazione di Alan Jolis

Ed. FELTRINELLI

 

(...) Davvero le nostre vicende sono influenzate imprevedibilmente dal caso: in un dato momento si incontra una persona ed ecco che le cose assumono istantaneamente un'altra prospettiva. Fino a pochi mesi prima il mio piccolo progetto per i poveri viveva precariamente del volontariato; ora l'appoggio istituzionale di una banca gli avrebbe fornito una dimensione capace di farsi conoscere sul piano nazionale.

 

 


 

 

DAL MESSAGGERO "CULTURA E SPETTACOLI" Del 15 Settembre 2006

"HOMO SAPIENS E MISTER HIDE"

Il dibattito sull'evoluzionismo, i temi del male e del caso, l'ingegneria genetica, la fede. Ne parliamo con Remo Bodei.

(...)

Il cosmo è governato dal caso e da principi teleologici e finalistici che presuppongono l'esistenza di una mente ordinatrice?

"C'è un grande dibattito che riguarda anche la religione. Alcuni Stati americani, per esempio, vietano l'insegnamento del darwinismo. L'idea che la materia, vivente e non vivente, abbia leggi sue interne e non sia creata e governata da Dio provoca uno scontro tra pensiero scientifico e pensiero religioso. (...)

 

 


 

 

DAL CONGRESSO "UMANA... MENTE: UN PROGETTO ONCO... LOGICA... MENTE INTEGRATO"

presso l'Auditorium Ospedale San Polo - Monfalcone - giornata del 25 novembre 2006

citazione di Jihua Harrison, per il tramite di Beppe Rocca:

"Conservare la salute e invecchiare è un'arte. E' il risultato di una combinazione di mutazioni casuali."